Negli ultimi giorni hanno fatto il giro del mondo le spettacolari immagini dell’eruzione dell’Etna, Vulcano Siciliano che non di rado fa registrare attività eruttiva effusiva ben visibile.
In un ambiente apparentemente così ostile nascono vini di valore assoluto, le cui unicità e peculiarità derivano appunto da condizioni morfologiche e climatiche uniche al mondo.
Infatti la cenere vulcanica contiene concentrazioni di minerali molto elevate e, se miscelata con il suolo, sostanze nutritive come fosfati, nitrati, potassio e calcio necessari per la crescita sana delle piante.
Naturalmente i lavoro in vigna data l’irregolarità dei terreni e la bassa resa risulta impegnativo, ma da vita a risultati di qualità assoluta ed unici, senza dimenticare le grandi escursioni termiche, che arrivano anche a 25/30 gradi tra giorno e notte.
Inoltre i diversi versanti in cui si trovano le 133 contrade, esprimono produzioni differenti tra loro per le loro esposizioni ed i terreni caratterizzati dalle diverse colate nel tempo.
Per i bianchi il Carricante è il vitigno che la fa da padrone (nell’Etna DOC 60% minimo, nell’Etna DOC Superiore 80%), arrivato in Sicilia ai tempi degli antichi greci.
Questa varietà da il suo meglio proprio in questi suoli vulcanici, anche ad altezze dove altri vitigni non riescono ad arrivare, acquisendone direttamente la spiccata mineralità, che va a braccetto con acidità e sapidità proprie del vitigno, dando vita così a bianchi lunghi, profondi, longevi ed eleganti.
Passando ai rossi il vitigno di punta è certamente il Nerello Mascalese, grappolo dall’acino spesso e con maturazione tardiva.
Alla vista il colore è un rosso rubino tendenzialmente scarico con note granate, acidità elevata, sentori fruttati spiccati nei primi anni che gradualmente si integrano e lasciano spazio a mineralità e spezie, con risultati di rara potenza e finezza gustativo-olfattive.